Non fai bau? Niente velo? Sei out...


Una delle strategie di marketing più seguite negli ultimi anni è la cosiddetta brand extension, ovvero ampliare il raggio d’azione di un marchio invadendo altre categorie merceologiche per rivolgersi a nuovi target, facendo affidamento sul potere che il marchio stesso detiene agli occhi dei consumatori. A volte, la strategia implica anche la creazione di esigenze mai avvertite dai consumatori, assicurandosi, così, nuove nicchie di mercato. Anche l’universo del beauty non fa eccezione e, attualmente, noto che i trend in questo settore si stanno muovendo in due direzioni.

Da un lato, assecondano la mania animalista che ha pervaso la nostra società. Non me ne vogliano gli amanti di cani e gatti, ma il sano affetto per il proprio animale domestico sta prendendo la forma di una tendenza esclusiva e, a volte, smodata. E, laddove regna un amore smodato, proprio lì le aziende intercettano nuove potenziali propensioni all’acquisto. L’ultima frontiera è rappresentata oggi da intere linee cosmetiche dedicate ai nostri amici a quattro zampe, create ex novo da marchi storici della bellezza “umana”.  Qui sta, infatti, la novità: linee per la cura e la pulizia degli animali esistono da anni, ma nessuna azienda operante nel settore beauty si sarebbe mai sognata neanche lontanamente di affiancarne una per animali, nel timore di “offendere” le clienti e perdere seguito.

La linea “Il Giardino degli Amici Fedeli” de L’Erbolario, invece, arricchisce l’offerta del celebre marchio di fitocosmesi riservando a cani e gatti prodotti esclusivi: shampoo per tutti i tipi di pelo, balsamo districante e profumo (!). Secondo l’azienda, questa gamma affonderebbe le radici nel pluriennale impegno del brand al fianco degli animali (si citano il 1978, il 1992 e il 1998 come pietre miliari nel cammino del marchio verso l’abolizione dei test sugli animali, evidente segno di attenzione a questo aspetto etico). Non possiamo non notare, tuttavia, che la nascita di questa nuova linea coincide con un periodo di attenzioni estreme nei confronti degli animali domestici. Dobbiamo ammettere che, mai come in questo caso, va ascritto al marketing un tempismo perfetto…



La linea 'Il Giardino degli Amici Fedeli' de L'Erbolario
 
L’altra tendenza che sta prendendo sempre più piede è la cosmesi halal ovvero, come spiega Pambianconews in un comunicato, i prodotti formulati, realizzati, confezionati, stoccati e distribuiti in un modo conforme alle normative di un ente di certificazione islamico. Finora appannaggio di brand di nicchia, sono oggi oggetto delle attenzioni delle grandi multinazionali della cosmetica come Estée Lauder e Shiseido, che hanno deciso di entrare in questo nuovo segmento di mercato (peraltro in crescita!) che ha raggiunto 23,4 miliardi di dollari a livello internazionale nel 2015 (dati Businessoffashion.com).

Ma il mercato musulmano risulta interessante anche per la moda e, in generale, il comparto del lusso. Il Medio Oriente è tra i big spender nel mondo. Così, perché non offrire hijab (il velo che copre il capo) e abaya (veste che lascia scoperti solo volto, piedi e mani) firmati dai big del fashion? È ciò che avranno pensato Dolce e Gabbana lanciando la collezione Abaya. Gli stilisti italiani non sono i primi a cavalcare l’onda dei mercati mediorientali (prima di loro, i brand americani Dkny e Tommy Hilfiger, con una capsule dedicata al Ramadan; e i marchi del fast fashion Mango, Zara e Uniqlo) e, immagino, nemmeno gli ultimi: la spesa per abbigliamento e calzature nel mondo musulmano ammontava a 266 miliardi di dollari nel 2013 (destinati a diventare 484 entro il 2019) e quest’area rappresenta una fetta di mercato pari al 22% della popolazione mondiale.

La collezione 'Abaya' di Dolce & Gabbana


Insomma, il profilo del consumatore del futuro si prospetta all’orizzonte, e se non avete 4 zampe o la minima intenzione di indossare il velo, bè… siete obsoleti!



Sara Radaelli