18 febbraio 2018:
segnatevi questa data, entro la quale prendere una decisione. O vi recate al Victoria and Albert Museum di Londra a
visitare la bellissima mostra Balenciaga: Shaping Fashion (che terminerà proprio quel giorno) oppure
leggete questo articolo. L’ideale, naturalmente, sarebbe riuscire a fare
entrambe le cose. Ma, dato che non sempre è possibile, ecco una visita virtuale in 10 punti (da
concedersi anche comodamente seduti a casa) che vi illustrerà uno degli eventi
da non perdere nei prossimi mesi. Esprimete un desiderio… se, dopo aver letto
l’articolo, sarà di poter assistere a una sfilata
Balenciaga anni ’60, alla fine del post sarete “virtualmente” soddisfatti…
Locandina della mostra all'ingresso |
1. Perché Balenciaga?
Cristóbal Balenciaga
è uno dei couturier più innovativi e
influenti del XX secolo, in grado, con la sua idea dell’abito e della bellezza
femminile, di influenzare e di plasmare il concetto di moda ancora fino ai
giorni nostri. Per la qualità scultorea
delle sue creazioni, l’abilità artigianale, la profonda conoscenza dei materiali e il sapiente e audace uso dei colori e delle trame lo stilista spagnolo
era chiamato “Il Maestro” dai suoi
contemporanei.
A sx, Balenciaga al lavoro nel suo atelier; a dx, abito da sera e mantella in gazar di seta creati da Balenciaga nel 1961 |
‘L’alta moda è come un’orchestra e il direttore è
Balenciaga. Noi altri couturier siamo i musicisti e seguiamo la direzione
da lui indicata.’
Christian Dior
2. “È il tessuto che decide”
Per “Il Maestro”, tutto partiva dalla scelta del tessuto,
fulcro attorno al quale si costruiva il modello in un secondo tempo. Uomo del
fare più che del disegnare, dava istruzioni a un artista per creare lo schizzo
del modello, a cui applicava sempre uno scampolo di tessuto con annotato il
nome del fornitore. Aperto alla sperimentazione e ai nuovi sviluppi della
tecnica, usciva dal suo atelier al 10 di Avenue George V a Parigi (sua città
d’elezione) e si spingeva persino all’estero per scovare materiali che
potessero soddisfarlo, arrivando ad acquistare anche in Italia, Svizzera e
Regno Unito. Nell’abito da sera qui sotto, il capo riesce a mantenere
perfettamente la forma architettonica grazie alla rigidezza del tessuto, un gazar di seta, ampiamente utilizzato e
sviluppato da Balenciaga negli anni ’60 proprio per la sua duttilità.
A sx, abito da sera in gazar di seta rosa (1965); a dx, schizzo del medesimo abito con scampolo di tessuto |
3. L’ossessione per le maniche
La formazione sartoriale
di Balenciaga lo portò ad essere estremamente esigente con se stesso e con i
suoi collaboratori e fornitori, pretendendo sempre e comunque la perfezione. Le
maniche rappresentavano la sua ossessione, convinto che fossero essenziali per
la perfetta vestibilità di un capo. “La manga!” (‘la manica’) lo si
sentiva urlare in spagnolo nel bel mezzo del suo atelier se le maniche non
cadevano come desiderava, prima, naturalmente, di smontare e rifare
completamente il capo. Per questo, i suoi celebri tailleur dal taglio perfetto
divennero uno dei primi must have del
guardaroba delle signore più alla moda dell’epoca.
Cappotto da sera in lana (1950) |
4. Abito al contrario
Tra gli abiti da
sera esposti alla mostra, uno era letteralmente girato al contrario, per
mostrare la perfezione dei dettagli
(e vi assicuro che non ci si accorgeva quasi della differenza, come si può
notare nella foto qui sotto).
Abito da sera in gabardine di seta e chiffon di seta (1963) esposto al contrario |
5. Le cuciture: che orrore!
Alla mostra c’è
spazio anche per un divertente gioco in cui cimentarsi, in loco o a casa:
creare un modellino in carta del celebre
cappotto Balenciaga a una sola cucitura, realizzato nel 1961 con un unico
pezzo di stoffa. Il modello, dall’ingannevole semplicità, dimostra l’eccezionale
maestria sartoriale del couturier,
che utilizza una sola cucitura sotto le braccia e venti pieghe o pince per dare
forma al capospalla. Come mostra la foto qui sotto, senza l’utilizzo di forbici
ma solo piegando le linee tratteggiate è possibile ricreare questo capolavoro
di sartoria e portarlo via con sé come souvenir.
Modellini in carta del cappotto con un'unica cucitura |
6. Manichini rotanti
Gli abiti di
Balenciaga sono dei capolavori a tutto
tondo: per mostrarne alcuni fronte e retro, quindi, sono stati utilizzati
dei manichini rotanti, come quello che vedete in azione nel video qui sotto con
un abito in taffetà di seta rosso.
7. Un gioco di influenze
Balenciaga traeva
spesso ispirazione da altre culture
o epoche lontane, rielaborandole in versione couture: dai costumi tradizionali
spagnoli ai sari indiani, dai kimono giapponesi ai paramenti liturgici. La
mostra analizza, inoltre, il marchio Balenciaga
oggi e l’influenza che “Il Maestro” ha avuto e ha tuttora sugli stilisti
contemporanei, assai presente anche laddove meno ce lo aspetteremmo.
A sx, abito da sera a sari in broccato di seta (1965); a dx, mantella a mozzetta |
8. Forme che hanno fatto epoca
Balenciaga ha
rivoluzionato la moda proponendo delle linee che sono poi sempre state
associate al suo nome. Qualche esempio? L’abito
a sacco, presentato per la prima volta alla fine degli anni ’50, che creò
un vero e proprio shock tra gli addetti ai lavori, tanto che il Daily Mirror sentenziò “È difficile
essere sexy con indosso un sacco!”. La sua linea totalmente dritta contrastava,
infatti, con la dominante forma a clessidra, portata al successo da Christian
Dior. La totale negazione del punto vita anticipò quello che sarebbe diventato
un must negli anni ’60: il tubino. Oppure l’abito ad anfora, che riprendeva le forme curvilinee dei vasi greci,
l’abito a palloncino o l’abito baby doll, per citarne solo
alcuni.
A sx, abito da giorno a sacco in lana (1957-58); a dx, abito da sera ad anfora (1960) |
9. Balenciaga ai raggi X
Le creazioni
Balenciaga sono dei veri e propri “capolavori di stoffa”: perché, allora, non
metterli totalmente a nudo e scoprirne tutti i segreti avvalendosi della tecnica radiografica? Ebbene sì, tra le
stupefacenti trovate di questa mostra potrete vedere anche questo…
Abiti con relative versioni radiografiche |
10. Un caleidoscopio
di forme e colori
Godetevi questo
video, sintesi dei modelli Balenciaga
più iconici…
Se
la visita virtuale a questa mostra vi ha appassionato, vi consiglio come di
consueto un paio di letture sull’argomento: il libro Vogue on Cristóbal Balenciaga, di S. Irvine, edito da Quadrille Publishing Ltd nella
collana Vogue on Designers, e il catalogo della mostra (entrambi in
inglese).
Ricordate il
desiderio che avete espresso all’inizio dell’articolo? Mettetevi comodi, la
sfilata sta per iniziare…
Sara Radaelli
Foto scattate
dall’autrice dell’articolo